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Carbon footprint ed emissioni di gas ad effetto serra

IMA calcola la propria “impronta carbonica” in termini di CO2eq, rendicontando:

Emissioni dirette (Scope 1) Emissioni indirette energetiche (Scope 2) Le emissioni indirette (Scope 3)

derivanti dai consumi di combustibili necessari all’alimentazione di impianti termici e macchinari (gas naturale, gasolio e GPL), autovetture e autocarri del pool aziendale (benzina, diesel e metano)

derivanti dai consumi di energia elettrica, al netto dell’energia prodotta dal parco fotovoltaico e autoconsumata, e dall’energia fornita certificata da fonti rinnovabili. derivanti dai consumi di acqua, dall’acquisto di beni, capitali e non, e servizi, dalle perdite per estrazione, distribuzione e trasporto di combustibili ed elettricità, dai servizi di logistica, trasporto e distribuzione acquistati, dai rifiuti urbani e industriali generati, trasportati e smaltiti, dai viaggi di lavoro e nel tragitto casa-lavoro dei dipendenti.

Grazie al monitoraggio delle emissioni, IMA ha formulato un piano finalizzato al contenimento e alla diminuzione delle stesse. In particolare, sono stati implementati e programmati differenti interventi nell’ottica di un piano di riduzione dei consumi energetici.

Nell’anno 2021, la fornitura di energia elettrica certificata con Garanzia di Origine proveniente da fonti rinnovabili ha permesso di evitare in Italia 11.227,73 ton CO2 eq di emissioni indirette di Scope 2. Comprendendo anche le Società estere del Gruppo IMA, sono state evitate 11.236,47 ton CO2 eq di emissioni indirette di Scope 221.

La produzione del parco fotovoltaico italiano di IMA, nel 2021, al netto delle cessioni in rete, è pari ad un totale 715.599 KWh auto-consumati, ha soddisfatto in parte il fabbisogno energetico dei relativi stabilimenti serviti, contribuendo ad evitare 225,41 tonCO2 eq.

L’auto-consumo di energia termica prodotta dai collettori solari termici di IMA S.p.A. nel 2021 ha evitato 58,97 ton CO2 eq. L’andamento delle emissioni di Scope 1 riflette maggiormente il maggior utilizzo nell’anno 2021 rispetto al 2020 del parco auto, quest’ultimo dipeso principalmente dalla ripresa della circolazione dopo le limitazioni imposte dalle misure anti-contagio da Covid-19. Così come l’andamento delle emissioni di Scope 2 (calcolate secondo metodo Location Based previsto dal GHG Protocol) riflette l’aumento dei consumi di energia elettrica rispetto al 2020, riconducibile alla ripresa delle attività a regime. La riduzione progressiva delle emissioni di Scope 2 (calcolate invece secondo metodo Market Based) è dipesa dall’estensione di fornitura di energia elettrica certificata proveniente da generazione di fonti rinnovabili.

I tassi di intensità vengono calcolati parametrizzando le emissioni in ton CO2 eq di Scope 1+223 sui valori di superficie utile calpestabile in m2, il fatturato in euro, e il numero dei dipendenti (riproporzionato con il FTE, “Full Time Equivalent”, per tener conto dei contratti sia part-time che full-time); i valori per il Gruppo IMA in Italia per il 2021 sono rispettivamente 0,056 ton CO2 eq/m2 (0,055 tonCO2 eq/m2 considerando le Società estere); 0,0000166 tonCO2 eq/€ (0,0000160 tonCO2 eq/€ considerando le Società estere) e 5,13 ton CO2 eq/ FTEs (4,42 ton CO2 eq/FTEs considerando le Società estere).

Altre emissioni inquinanti

Le attività di IMA comportano emissioni non significative di NOx (ossidi di azoto), SOx (biossidi di zolfo), composti organici volatili (COV) e particolato atmosferico (PM), derivanti dalle combustioni che si generano nelle centrali termiche degli stabilimenti.

CDP

Per dare corso al proprio impegno nella riduzione graduale delle emissioni dirette e indirette, IMA ha aderito, dal 2012, al Supply Chain Program di CDP (già Carbon Disclosure Project), un’organizzazione internazionale no profit che mette a disposizione delle aziende e della comunità un sistema globale di misurazione, divulgazione, monitoraggio e pubblicazione di informazioni sui temi della sostenibilità ambientale, e, a partire dal 2014, anche al Climate Change Program. Il programma, rivolto alle aziende, prevede l’attribuzione di un rating rispetto all’implementazione di strategie per ridurre progressivamente le emissioni, coinvolgendo anche i partner lungo la catena di fornitura, e gestire i rischi ambientali connessi ai cambiamenti climatici. Ogni anno le aziende che aderiscono al programma Climate Change del CDP si impegnano a comunicare le proprie emissioni allo scopo di monitorarle e definire un programma per la loro riduzione nel tempo; i dati comunicati sono resi pubblici dal CDP e messi a disposizione degli investitori internazionali, al fine di orientare le scelte di questi ultimi verso società con un profilo maggiormente sostenibile per l’ambiente.
Nel 2021, IMA si è collocata nella banda “Management B-”, salendo di livello rispetto allo Score “Awareness C” degli anni precedenti.

IMA, oltre al CDP, da anni aderisce al programma EcoVadis, in cui le aziende vengono valutate, tra gli altri ambiti, anche rispetto alle performance e alla gestione delle tematiche ambientali.

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